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La meritocrazia in azienda

Come si può premiare i meritevoli senza scontentare gli altri?

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La meritocrazia in azienda

Riflessioni con i contributi social dei miei amici e colleghi

La parola meritocrazia produce un po’ di prurito nel nostro paese; basti pensare a tutti gli Italiani che vanno all’estero; la prima cosa che dicono è che negli altri paesi sono meritocratici e noi imprenditori italiani tutti pirla ed incapaci di riconoscere e premiare il talento.

Personalmente sono dell’idea che la meritocrazia possa essere offerta in tante forme e non necessariamente economiche  come dice qualcuno di voi.

Noi purtroppo scontiamo un problema quasi insormontabile: il 90% delle Imprese sono Business Family ed in Sardegna il numero medio dei dipendenti è 2,8 ad azienda, insomma non c’è trippa per gatti. C’è un aspetto atavico in tanti di noi (ovviamente non noi che partecipiamo a queste riflessioni); ho notato moltissime persone che hanno avuto la possibilità di essere premiate (grazie alla meritocrazia) con maggiori responsabilità ed anche riconoscimento economico e allo stesso tempo hanno declinato poiché la responsabilità pesa, ma nel momento in cui tale ruolo viene affidato ad altri hanno avuto da ridire.

C’è un altro aspetto. L’embolo dell’invidia parte prima di quello dell’ammirazione e riconoscimento del valore altrui, pertanto in un mercato di opportunità scarse inevitabilmente il 90%  di noi non potrà far parte di quel misero 10% che verrà premiato.

Fermo restando che sono dell’idea che sia difficilissimo premiare qualcuno senza scontentare qualche altro, personalmente mi concentrerei su come fare per ridurre al minimo lo scontento (“tollerare” come dice qualcuno) concentrandomi su 3 aspetti:

1)        Verificare in che modo le persone vorrebbero essere gratificate quando danno il meglio di loro stesse; in questo caso saranno in competizione con se stesse e non con i colleghi;

2)        Evitare che la premialità si trasformi in competizione fra persone, dove vince solo uno e tutti gli altri sembrano aver perso;

3)        Ma soprattutto, stabilire in maniera chiara ed evidente e nota a tutti preventivamente quale sarà il metro di giudizio che darà luogo a riconoscimenti meritocratici e soprattutto indicare anche quali saranno le nuove responsabilità.

Ancora grazie a Arianna  Irene Gianluca Rossana Daniela Daniela Antonio Alessandro Domenica Silvia Gianuario  Maria Antonietta  Sandro  Giovanni Carlo Alessandro Corinne

a cura di: Giorgio Pisano

pubblicato il: 08/02/2018

Meritocrazia

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