Fortunatamente non siamo gli Stati Uniti in quanto ad obesità, dove gli algoritmi consentono alle aziende di valutare le performance potenziali di un lavoratore in base alle sue preferenze alimentari, o addirittura il suo livello di intelligenza, inversamente proporzionale al suo gradimento con i like alle patatine fritte, ma non c'è dubbio che l'uso dei Big Date e relativi algoritmi, prima o poi diventerà lo strumento predittivo per decidere in pochi istanti chi assumere, promuovere o licenziare.

Che ci piaccia o oppure no, tutte le nostre esternazioni sui social e su internet in generale hanno già definito il nostro profilo ed a nulla servirà rivendicare il diritto alla privacy. Bisognava pensarci prima.

Abstract articolo La Repubblica – 26 ottobre 2017