La maggior parte di noi ha una visione di sé...
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"Ricorda che la felicità non dipende da chi sei o da cosa hai. Dipende solamente da cosa pensi." Dale Carnegie ?
La maggior parte di noi ha una visione di sé abbastanza rigida. Se qualcuno non ha una grande opinione di sé, difficilmente noterà quando gli altri lo accettano, oppure interpreterà l'accettazione in modo da confermare l'immagine negativa di sé. Chi attribuisce il successo a cause esterne e l'insuccesso a se stesso, rimane attaccato all'immagine negativa di sé.
Un successo non viene utilizzato per aumentare il proprio valore, nemmeno quando è riconducibile a un intenso studio o a un duro lavoro. Si cercano altre spiegazioni finchè la propria aspettativa negativa troverà conferma. Anche quando di fronte a un successo ci accorgiamo che l'aspettativa negativa era sbagliata, raramente modifichiamo il nostro atteggiamento di totale sfiducia in noi stessi. Le aspettative, come i pregiudizi, sono estremamente stabili e malignamente resistenti a qualsiasi cambiamento. Se qualcuno a un certo punto arriva a reputarsi incapace, è difficile convincerlo delle sue capacità. La sensazione di essere incapaci, di non avere il controllo delle cose che ci riguardano, insieme all'aspettativa che prevede l'immutabilità di questa condizione, ci costringe alla subordinazione sociale. E' necessario convincersi completamente: "Esiste una soluzione. Io sono in grado di trovarla." E' questa la strada maestra verso l'autoaffermazione.
La ricetta per contrastare l'incapacità è semplice: sperimentare prima di tutto la capacità di esercitare controllo su di sé. Controllo nella teoria della incapacità appresa, significa influenzare l'esito di una situazione: se m'impegno al massimo, il mio rendimento migliorerà; se manifesto apertamente le mie esigenze, gli altri hanno modo di capire cosa voglio. O concepiamo la vita come qualcosa di rigido e immutabile, oppure ci decidiamo a fare qualcosa, cioè a cambiare quello che non ci soddisfa. L'incapacità è appresa, ma è possibile disimpararla con un'operazione inversa. Partendo da questo presupposto, si pone la questione di come attuare l'operazione di disapprendimento. Lo scopo è di fissare la nuova esperienza:"posso influenzare qualsiasi cosa riguardi la mia vita." Ma poiché le persone che si sentono cronicamente incapaci soffrono di un'estrema passività, il problema principale è indurle all'azione. Fortunatamente anche le esperienze positive sono del tutto resistenti ai cambiamenti. Chi arriva a credere una volta di poter produrre determinati risultati con un certo tipo di azione, difficilmente potrà esser reso nuovamente insicuro. L'ostacolo più grande, che le persone insicure e insoddisfatte devono superare, è la mancanza di voglia di emergere. Per rimanere in questa condizione, rinunciano all'affermazione di sé, all'indipendenza, al potere. Se vogliamo liberarci di questa mentalità, cominciamo subito. Pensiamo a tre motivi per cui piacciamo a noi stessi! E poi prendiamo in considerazione soltanto quelli da cui possiamo trarre un utile! Le persone di successo si mettono alla prova e amano il rischio. Sanno che il rischio comporta la possibilità di vincere o perdere. E loro vogliono vincere. Si concentrano sul cammino da percorrere e non si lasciano ipnotizzare dall'opinione che gli altri hanno di loro. Ciò che importa è credere nelle proprie capacità e talento. Le persone che hanno deciso di osare non temono la sconfitta. Sanno che una squadra di calcio che ha vinto una partita tre a due, ha anche preso due goal. Non permettono che un rifiuto o un colpo a vuoto tolga il vento dalle loro vele. Non prendono un "NO" come qualcosa di personale. Se falliamo, impariamo a ricercare le cause nella situazione, non nella nostra persona! Non tormentiamoci con l'idea che qualcuno ce l'abbia con noi; non torturiamoci cercando che cosa non va in noi, bensì impegniamo tutta la nostra energia nel raggiungimento dei nostri obiettivi e nel miglioramento della nostra condizione attuale. Tutto è possibile, basta volerlo.
Articolo curato da Sonia Angioi
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a cura di: Sonia Angioi
pubblicato il: 27/11/2014
Autoaffermazione, visione positiva, Dale Carnegie, Sonia Angioi