Quanti imprenditori sardi avrebbero proceduto in questo modo?
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Recentemente ho avuto modo di rileggere un articolo che avevo ritagliato 5 anni fa dalla rivista HARVARD BUSINESS REVIEW, ma al quale non avevo dato grande peso. E’ proprio vero che con il passar del tempo cambia la prospettiva e molte cose appaiono in una luce differente e mi sono chiesto quanti imprenditori sardi avrebbero agito in questo modo.
Quando nel 2000 Howard Schultz si dimise dalla carica di CEO di Starbucks, la catena internazionale di caffetteria era uno dei brand più noti al mondo ed i ricavi e l'utile erano in crescita costante. Il successo sembrava inarrestabile ed in effetti i ricavi continuarono a crescere fino al 2008, anno in cui, forse a causa della crisi mondiale, il prezzo delle azioni crollò di quasi il 50% e lo stesso capitò per l'utile operativo.
Per qualunque azienda sarebbe stato comodo imputare l’inversione di tendenza alla crisi, ma non in Startbucks, che decise di richiamare Schultz alla guida dell’azienda.
Che cosa ha fatto per rimettere in carreggiata un colosso di quelle dimensioni?
Qualcosa di straordinario per il quale gli azionisti pensarono che fosse uscito fuori di testa.
Ha fatto chiudere, per un certo periodo di tempo, per 3 ore e mezza al giorno, tutti i punti vendita per consentire un riaddestramento del personale.
A tutti coloro che lo contestavano rispondeva nello identico modo: "Sto facendo la cosa giusta. Stiamo riaddestrando il personale perché abbiamo dimenticato qual'è la nostra missione, ossia il perseguimento di un impegno assoluto e senza equivoci alla qualità”.
A questo punto mi è venuto un dubbio. Ma quante persone lavorano in Starbucks? Poche. Soltanto 180.000.
Come se non bastasse Adi Ignatius, che nel 2000 intervistava Schultz per la prestigiosa rivista americana, lo incalza con un'altra domanda: " quale è stata la decisione più importante da quando è tornato alla guida dell'azienda?
Risposta: “Ho fatto qualcosa nonostante in tanti me lo sconsigliassero per i costi elevati, ossia portare 10.000 Direttori dei Locali di tutto il mondo a New Orleans per ricordare loro quale era il nostro profilo e quali erano i nostri valori, poiché soltanto in questo modo avremmo potuto fare la differenza”.
Secondo voi chi ha avuto ragione?
Quante aziende, in momenti di difficoltà, si comportano in questo modo? La risposta è quasi scontata: “Da noi non funzionerebbe”. “Sono tutte americanate” e così via.
L’articolo completo e l’intervista audio offrono tantissimi altri spunti per i nostri imprenditori e non solo che puoi approfondire direttamente alla pagina https://hbr.org/2010/06/howard-schultz-on-starbucks-tu.html
Giorgio Pisano
a cura di: Giorgio Pisano
pubblicato il: 11/12/2015
Howard Schultz, Starbucks