Una storia per riflettere. Quando il giudizio è pregiudizio.
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Al capolinea di un autobus, di fronte ad un ospedale oncologico sale un signore con i suoi due figli. L’uomo si siede e china la testa sulle ginocchia poggiando i gomiti sulla gambe e comprendo le orecchie con le proprie mani. Ci sono soltanto pochi passeggeri che occupano i posti a sedere.
I bambini, invece, nell’attesa della partenza dell’autobus, si muovono e scorrazzano andando avanti ed indietro. In effetti fanno un po’ di chiasso. Inizialmente i passeggeri iniziano a guardarsi fra di loro, concordando con dei gesti sul fatto che il padre non si prendesse cura dei propri figli. Questi bambini nonostante gli sguardi indispettiti continuano a correre nervosamente. Allora i passeggeri seduti al loro posto iniziano a commentare a voce bassa su quanto questi bambini fossero maleducati. Ma nonostante questo il genitore continuava a restare assorto nei suoi pensieri, incurante dei commenti che percepiva.
Ad un certo punto, una signora, dopo aver avuto l’approvazione degli altri passeggeri si alza e si dirige verso il padre: “mi scusi, (con tono stizzito) ma non vede che i suoi figli stanno disturbando”? L’uomo solleva lo sguardo e con le lacrime agli occhi risponde: “Ha ragione signora, mi dispiace tantissimo; potrei costringerli a stare seduti ed in silenzio, ma hanno appena saputo che la loro mamma è morta. Credo che sia il loro modo di manifestare il disagio e la sofferenza. Sono certo che se lei fosse stata seduta al parco e li avesse incontrati scorrazzare nei giochi, non si sarebbe neanche accorta di loro”
Metafore formative del mio mentore Gianluca D'Aronzo
a cura di: Giorgio Pisano
pubblicato il: 20/02/2018
Giudizio e Pregiudizio